L’ampiezza degli stimoli monetari da parte delle banche centrali a supporto della complessità del momento e soprattutto delle difficoltà dei governi a rispondere alle necessità in tema COVID degli ultimi sei mesi, che si protrae da oltre 12 anni, continua ad alimentare le aspettative di inflazione.
Complice l’obiettivo della Federal Reserve (Fed) sull’inflazione media – Average Inflation Targeting (AIT), di raggiungere la piena occupazione, la Banca Centrale (tutte le principali Banche Centrali), ha annunciato che i tassi di interesse rimarranno bassi fino al 2023 e comunque, fin quando l’inflazione non avrà superato la soglia del 2% (rimane da comprendere perché il 2%).
Le preoccupazioni di inflazione non sono infondate, ma dovranno attendere; l’ambiente è fortemente deflazionistico nei mercati sviluppati e l’inflazione, misurata con i tradizionali sistemi dei prezzi al consumo, è pari a zero o negativa soprattutto per effetto delle cause di natura strutturale precedenti al covid:
- debito ingente e di scarsa sostenibilità
- componente demografica (invecchiamento della popolazione)
- disruption tecnologico
Tutti agenti delle profonde pressioni strutturali deflazionistiche sviluppate per decenni, che sono destinate a rimanere ancora a lungo.
La mia tesi sostiene che “IL” problema è da attriburisi alla decisione di sostituire alla politica economica, la sola politica monetaria attraverso l’eccesso di stimoli monetari strutturali, prolungati negli anni senza politiche fiscali e riforme (istruzione,lavoro, pensioni, specifiche per Paese).
Le Banche Centrali si sono sostituite ai Governi con anni di bassi tassi di interesse e misure convenzionali e non, per assicurare la liquidità necessaria, soprattutto attraverso l’acquisto di assets, in particolare obbligazioni, a supporto dell’economia, ed in particolare della stabilità dei mercati. Tutto questo è l’origine di ciò che ha contribuito a generare deflazione e squilibri economici e finanziari, vediamo alcuni “come” e “perchè”.
L’eccessivo, esteso e prolungato utilizzo della sola politica monetaria ha di fatto annullato gli effetti delle misure a sua disposizione, ad esempio con un tasso di sconto a zero, rende inutile il suo utilizzo perchè, qualsiasi variazione diventa ininfluente se minima, al contrario, dannosa se rilevante. La politica monetaria ha una sola direzione, oltre non può andare, considerate che la Banca Nazionale del Giappone detiene attualmente circa un terzo (1/3) del mercato azionario Giapponese al fine di assicurare una stabilità (fittizia) ai mercati. Dovrebbe essere chiaro che una situazione non può definirsi stabile quando è assistita.
Per comprendere alcune dinamiche, cerchiamo di scoprire Se e Perché la Finanza è importante.
Iniziamo con il dire che: la Finanza, il Denaro, non è mai “IL” Problema, ma semplicemente una conseguenza di “altro”, in particolare, di squilibri di natura economica.
“Solo se non genero cassa sufficiente dovrò provvedere a reperire risorse aggiuntive”
La finanza non può essere mai un problema, semplicemente perché, è strumentale al raggiungimento degli obiettivi ( uno strumento non può essere il problema a differenza del suo erroneo utilizzo).
Approfondiamo il tema interessante dell’utilizzo delle risorse in azienda, chiedendoci:
qual’è la differenza tra il corretto impiego del capitale umano e del capitale finanziario?
L’economia è la gestione delle risorse, che per definizione sono scarse, presenti in quantità finita, tra le risorse, i capitali sono di ordine finanziario, umano, industriale.
Prendiamo ad esempio il capitale umano e quello finanziario.
Dovrebbe essere chiaro che, se in una azienda aumentano il numero delle persone occupate, aumentano dei costi, di conseguenza nessun imprenditore assumerebbe continuamente perché, sarebbe evidente l’insostenibilità dei maggiori costi rispetto ai ricavi, quindi è chiaro che uno strumento (risorsa) come il capitale umano non possa crescere all’infinito, si parla non a caso di costi, efficienza e produttività.
Ora non è chiaro perché, il capitale finanziario, essendo anch ’esso strumentale, non goda della medesima valutazione, ovvero si pensi che possa essere impiegato a dismisura, disinteressandosi dei costi, dell’efficienza e della produttività, in relazione ad esempio ai ricavi ed al reddito prodotto.
Il misunderstanding potrebbe dipendere da una conoscenza approssimativa o da informazioni incomplete riguardo la struttura finanziaria aziendale e/o l’utilizzo dello strumento “capitale” in azienda.
Il denaro è una risorsa e la sua quantità (tecnicamente illimitata) è regolata dal tasso d’interesse che ne rappresenta il costo.
A loro volta, i livelli di costo (del denaro), definiscono anche il limite alla disponibilità della risorsa ( maggiore è il costo minore la richiesta o viceversa), infatti, all’approssimarsi del costo % ai livelli di redditività attesa dagli investimenti, la sua richiesta si riduce fino ad azzerarsi, al pari del capitale umano, dove all’aumentare del costo (implicito nella risorsa), fino al limite del reddito prodotto, il suo impiego si riduce fino ad azzerare la richiesta di risorse umane aggiuntive.
Tecnicamente non esiste una quantità “finita” di denaro, infatti è sempre disponibile in quantità illimitate, è la domanda di denaro che viene regolata attraverso la modulazione dei tassi di interesse.
Nello stesso modo in cui, un aumento non controllato di capitale umano, a parità di altre condizioni, diminuisce il reddito, sottraendo risorse, margini e competitività, un aumento non controllato di capitale finanziario per disavanzi non pianificati, produce riduzioni di redditività ed instabilità finanziaria con conseguente riduzione di competitività per le aziende, aumento del rischio e distruzione di valore, provocando un allontanamento degli investitori fino all’impossibilità di restituzione del capitale.
Se non si risolve l’aspetto economico……..ci si può solo illudere di andare lontano
Decidendo di non affrontare il lato economico, quindi la qualità degli investimenti (decisione questa legata alla responsabilità degli atti, intesi come azioni finalizzate a precisi obiettivi), semplificando il problema, con l’aumento smisurato di risorse finanziarie, si contribuisce ad aggravare le condizioni sul versante economico: tipico esempio è la liquidità “buona” che finanzia le aziende “ZOMBIE” o investimenti improduttivi, è chiaro che utilizzando risorse ( che dovrebbero essere restituite) per gettarle dalla finestra, si produrranno squilibri come:
- Alterazione della concorrenza
- Destabilizzazione della produzione
- Spiazzamento di domanda ed offerta
- Formazione dell’idea che non sia necessario lavorare per generare un reddito, che il reddito sia conseguenza dell’ampliamento di una base monetaria e non della produzione di beni e servizi utili e di conseguenza acquistati per la loro utilità
- Disinvestimento dalla formazione
- Investimenti da deflazionare àperdite in conto capitale azioni ed obbligazioni
La mancanza di un presidio e di assunzione di precise responsabilità politiche, unite all’illusione che la crescita monetaria si possa sostituire alla politica economica,
è una folle distorsione cognitiva, che sostiuisce il fine con i mezzi, in grado di generare solo economie mostruosamente fragili esposte ai rischi di qualsiasi shock.
Prima la cultura ! poi torneremo sulla finanza.
E’ necessario un approccio culturale diverso, di natura filosofica, in grado di valutare e testare la sostanza e la robustezza delle opinioni e dei propositi, che consideri il recupero della “cultura del limite” delle capacità personali oltre alla responsabilità, che inizi a distinguere nella relazione, quale è la causa e quale l’effetto, separare i risultati dalle determinanti dalle quali originano, evitare di valutare un risultato in funzione del segno (positivo o negativo), o della sua dimensione quantitativa, ma solo in funzione alla rispondenza, alla capacità di confermale la validità delle ipotesi iniziali del processo dal quale dipende, abbandonare la semplificazione come unica risposta ai problemi complessi per compiacenza delle esigenze spesso di natura politica.
Sostituire al leggere lo studiare, il guardare al vedere, l’ascoltare al sentire, viaggiare dal possedere un auto, guidare senza essere trasportati, atti, azioni “attive”, finalizzate al raggiungimento di obiettivi di sviluppo, non solo crescita, precisi.
Chi viene prima l’economia o la finanza?
E’ sempre una disfunzione di natura economica a generare gli squilibri finanziari, ma uno squilibrio finanziario può generare un avvitamento economico.
Mettiamo in discussione la Deflazione……..finale con sorpresa!
Fin’ora abbiamo detto che l’inflazione non c’è, esiste solo deflazione, Vero! Ma possiamo anche aggiungere ed affermare che anche l’Inflazione c’è e come…..
- Perchè, l’inflazione c’è ma non si vede ?
- Perchè e come possono esistere Deflazione ed Inflazione insieme?
Semplice: dipende dal punto di osservazione! Vediamo…..
La storia di Anna Ugo e Ciro
Ci sono due fratelli Ugo e Ciro seduti ad un tavolo con la mamma Anna, ogni giorno la mamma prepara 10 panini e ne consegna 9 a Ugo ed 1 a Ciro , tutti i giorni cosi, un giorno, Ugo e Ciro, particolarmente affamato chiedono se possibile, qualcosa in più e la mamma accorre, portando a casa ben 1000 panini, consegnadone 950 a Ugo e 50 a Ciro . Ciro dopo averne mangiati 10 ed essere ristorato chiede alla mamma perchè nonostante la quantità da lui ricevuta ne riceva sempre di meno rispetto ad Ugo che appare decisamente ingrassato……
Senza conoscere le dinamiche, potremmo osservare l’attenzione e la premura di Anna, la mamma, ad assicurare le risorse a Ugo e Ciro tuttavia è evidente che l’eccesso di panini ha fatto ingrassare Ugo e Ciro non riesce a capire perchè il numero dei panini a lui consegnati sia sempre inferiore nonostante l’abbondanza……cosa è accaduto?
Bene, l’inflazione è sui mercati finanziari, nelle quotazioni di azioni ed obbligazioni evidente nei prezzi non sostenibili, grasse di liquidità inutile non sostenuta da produzione sufficiente o distrutta, o semplicemente richiesta a fronte di redditi distribuiti a pioggia, ma non generati da lavoro quindi di produzione di beni e servizi utili.
L’aumento della massa monetaria è guidata dal QE (Anna), la quantità minore raggiunge l’economia reale (Ciro) con impatti modesti dovuto alle condizioni di (Ciro, lui non sa del suo stato di salute ma Anna, la mamma si) mentre la gran parte degli stimoli arriva sui mercati finanziari (Ugo anche lui non sta benissimo ma soffre di una patologia psicologica che cambia repentinamente il suo umore da euforia a panico è Bipolare)dal momento che si tratta di liquidità depositata presso le banche centrali viene utilizzata per acquisti di assets, prevalentemente obbligazionari (Ugo); non sono fondi che le banche commerciali possono utilizzare direttamente.
La catena di trasmissione all’economia è azionata dalle banche commerciali e non dalle banche centrali. Se le banche commerciali sono riluttanti a concedere prestiti (aumento del rischio), i “Dindi”, il denaro, non si trasferisce ad aziende e persone a sostegno di investimenti e consumi, di conseguenza:
il QE genera Deflazione nell’economia ed Inflazione nei prezzi dei mercati finanziari.
La contaminazione tra, la contrazione dell’economia reale e gli elevati prezzi dei mercati finanziari, non sostenibili, potrebbe innescare un fattore di aumento del rischio sugli asset di natura finanziaria, alimentando un rialzo dei tassi di interesse ed una caduta dei corsi obbligazionari e di conseguenza azionari, entrando come una valanda nella già debole economia reale.
La dimensione del “gioco” e l’assenza di soluzioni non finanziarie, potrebbero avere solo due epiloghi ed un terzo come combinazione dei precedenti:
- Una impressionante correzione e successiva ripresa negli anni a venire
- Nuovi e sempre più impressionanti stimoli ( allungherebbero solo il medesimo gioco e ne amplierebbero gli effetti)
- Una tendenza fortemente negativa seguita da altrettanti recuperi in presenza di elevate volatilità
- Stagflazione nell’economia reale (stagnazione in presenza di alti tassi di interesse non ancora legati ad inflazione)
Imparare dai Virus
Il meccanismo di trasmissione dei virus, purtroppo, ha insegnato ancora poco a molte economie, ad esempio, che esiste una differenza tra:
- Cause ed Effetti
- Fasi di sviluppo di una patologia (virale o finanziaria): la fase Asintomatica, di sviluppo e progresso, specifica della patologia e la fase Sintomatica, di evidenza e manifestazione dei sintomi
Purtroppo i prezzi di azioni ed obbligazioni sono semplicemente una conseguenza, la manifestazione di un fenomeno, la parte visibile, l’effetto di un processo, il sintomo di qualcosa, ciò a cui non si presta attenzione è la composizione, sono le dinamiche di formazione del processo che li determina (guardiamo le variazioni ma ignoriamo le cause, ad esempio il trading si muove sulle variazioni di prezzo, sui sintomi, senza neanche conoscere le determinanti, è un po come abbassare la febbre, incuranti della patologia che la causa): la fase Asintomatica nella quale si sviluppa la patologia economica e le complicanze finanziarie ( QE, costanti quantità di denaro) che, come il virus troverà una manifestazione “virulenta”.
La fase Asintomatica procede in silenzio, il rischio è di confonderla con la sua assenza.
Torniamo per un attimo alla cultura nel significato più ampio del termine
Purtroppo le persone credono solo a ciò che vedono, la loro attenzione è attratta e ricade quasi esclusivamente sulle manifestazioni, mentre sottovalutano, per assenza di evidenze, e funzionamento del nostro cervello ( circa il 95% delle attività sono di natura automatica), lo sviluppo dei fatti, intervenendo solo con molto ritardo e con rimedi inutili o dannosi (vendere in presenza di ribassi, acquistare sui rialzi, richiedere un finanziamento senza conoscere lo stato di salute aziendale, rendersi conto della bassa redditività aziendale solo in presenza di un diniego di finanziamento o se va bene con ritardi di anni, perchè nessuno si domanda :” Perchè la mia azienda non cresce?”)
Il punto è che, Credere è un acerrimo nemico del Conoscere, la forza dei VIRUS è nel ritardo della manifestazione dei sintomi e nella difficoltà di riconoscerlo ed isolarlo… Quando avverti i sintomi potrebbe essere troppo tardi.
Altre considerazioni che alimentano la visione Inflazionistica
La crescita dell’aggregato monetario M2 alimenta le ipotesi reflazionistiche e la teoria potrebbe preannunciare un picco di inflazione nell’economia, ma è sufficiente guardare all’aggregato monetario insieme, ad esempio, alla velocità di circolazione della moneta e le conseguenze sui debiti, come le sofferenze bancarie ad esempio, per avere un’idea diversa.
La crisi del coronavirus ha ridotto gli scambi e l’aumento dell’aggregato monetario è conseguenza di una polarizzazione tra moneta e debiti.
Le persone risparmiano o investono il loro denaro, piuttosto che spenderlo, contribuendo a generare uno scenario deflazionistico sulle attività reali e debito, ed inflazionistico sul fronte degli investimenti, alimentato dai bassi tassi di interesse e dall’azzardo morale, promosso dai comportamenti spesso sprezzanti dei rischi da parte delle banche centrali che contiuano a sottovalutare il fenomeno.
Il Covid-19 ha generato inizialmente, uno shock dal lato dell’offerta seguito poi dal lato della domanda, aumentato il consumo di alcuni beni e ridotto quello dei servizi, interrompendo le precedenti lunghe linee di fornitura, al quale ha seguito una risposta asimmetrica al trattamento della pandemia, che ha ricostruito le catene di fornitura e produzione nell’area Asia pacifico isolando di fatto le economie occidentali.
Per sopperire alla fragilità del sistema e contrastare possibili shock successivi, molte economie sviluppate iniziano a valutare l’opportunità di ‘re-importare’ gli impianti di produzione. L’aumento dei costi derivanti dal reintegro e della riduzione delle catene di approvvigionamento potrebbe essere l’origine di un aumento dell’inflazione, ma rimane difficile pensare che sia possibile perchè, ad esempio, la capacità inutilizzata nell’area asiatica continuerebbe ad esercitare pressioni deflazionistiche sui prezzi bilanciando i maggiori costi di trasferimento e di produzione “interni”.
In secondo luogo, il potere dei monopoli globali, la Cina e gli elevati livelli di disoccupazione, continuernno a ridurre i salari ed accrescere le disuguaglianze, alimentando un clima di crescita modesta in particolare dei consumi.
Considerando:
- La debolezza strutturale dei consumi
- Il potenziale di crescita compromesso dovuto alla contrazione di reddito e polarizzazione della ricchezza.
- La presenza di debito di bassa qualitò in eccesso
- L’aumento dei default e la deflazione del debito, compresa la situazione bancaria in particolare in Europa
Il breve periodo potrebbe essere caratterizzato da una Profonda Deflazione, per lasciare spazio, successivamente, ad una fase di Stagflazione dovuta alla contrazione/bassa crescita, unita ad elevati tassi di interesse a seguito di una crescita del rischo.
Anche l’ipotesi di politiche monetarie più estreme, come il conferimento di denaro direttamente ai consumatori o la monetizzazione del debito, aggraverebbero ulteriormente la condizione.
Non credo ci siano soluzioni semplici ne indolore, ma per uscire da questa situazione, non credo che la soluzione sia la finanza o la distribzione del denaro a pioggia che incitano oltre l’inverosimile l’azzardo morale, sostituendo le illusioni monetarie alla responsabilità della mancanza di decisioni a scapito delle economie e soprattutto del futuro delle nuove generazioni.
Ma pensare al COVID come la causa di tutto può essere utile, sicuramente comodo, ma non è la verità.
Il COVID ha colpito un malato già compromesso:
- Debito elevato
- Produttività bassa e decrescente
- Pensioni
- Mancanza di investimenti
- Eccesso di spesa improduttiva, spesa corrente, demografia, corruzione, privilegi
curato con “aspirine politiche” improntate al sollievo, senza risolvere il problema, il COVID si è semplicemente comportato in modo democratico, secondo natura, la natura vive dove esistono le condizioni, al contrario di molte decisioni umane che costruiscono condizioni precarie per vivere, spesso, a scapito di altri.
Il ruolo dell’informazione è importante ma….
Purtroppo la forza dell’informazione oggi risiede nella “falsa credibilità”, anche se fosse possibile distinguere le false informazioni dalle altre, ci renderemmo conto della difficoltà di trovarne comunque una utilità. Qualsiasi informazione contiene elementi “veri” ma, purtroppo “parziali”. Il punto è chiedersi se una serie di informazioni con contenuti veri ma parziali, corrisponda alla verità, o possa concorrere alla formazione di una valutazione, un giudizio utile per una decisione.
Spesso l’informazione si divide tra una “informazione falsa” (perchè non vera) ed una “informazione inutile” (perché vera ma incompleta), quindi “inutile” per essere utilizzata in una valutazione, una differenza che genera il medesimo effetto escludendo il falso e la menzogna (rifiutati dalla società) ma, di fatto ugualmente inutile con l’aggravante di generare l’illusione di una possibile soluzione.
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