Cosa guida le decisioni investimento? Le persone, spesso, si avvicinano all’investimento finanziario, in particolare le azioni, sulla base della ambizione, necessità o desiderio di conseguire un vantaggio in termini di guadagno, senza particolari conoscenze di Se e dei mercati e senza prestare attenzione alle competenze necessarie.
Spesso investiamo in prossimità dei massimi e disinvestiamo in prossimità dei minimi guidati dalle emozioni. Una tendenza simile si osserva anche nei comportamenti di alcuni fondi di investimento in particolare fondi pensione (anche se guidati da logiche diverse), tanto da essere presi a riferimento come indicatore “contrario”.
Riflessioni sul comportamento in merito alla decisioni di investimento (Economia e Finanza comportamentale)
Bias delle opportunità: Confondiamo l’opportunità di guadagno con l’attività che lo ha generato. Siamo certamente tutti attratti dalla opportunità di ottenere un vantaggio o pensare che ciò sia possibile, semplicemente minimizzando il peso delle altre variabili come il rischio e soprattutto la nostra reazione ad esso.
Siamo attratti da valutazioni e da modelli che sembrano poter realizzare il nostro obiettivo di guadagno. Confondiamo l’opportunità di poter guadagnare che, in quanto tale, presuppone impegno nella valutazione e si mostra come “potenziale”, (guadagneremo da una attività se questa avrà un prezzo più elevato rispetto all’attuale), con l’attività che ha già guadagnato (siamo confortati dall’andamento, positivo, del suo recente passato, come il rialzo delle azioni nel 2017, ed attribuiamo semplicemente a questo la possibilità di ripetersi nel in futuro. Ricordate che i massimi del 2017 sono i medesimi del 2015, nulla è cambiato).
Cosa accade: La nostra mente compie una semplice azione, sostituisce alla domanda “cosa renderà possibile un incremento dei prezzi?” Per sua natura complessa, che necessita di informazioni e valutazioni, una domanda più semplice: “cosa ha guadagnato?” Alla quale rispondiamo in modo veloce ed intuitivo. (Kahneman, psicologo, Nobel economia 2002).
Ruggero Mancini
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